Riserva Naturale del fiume Irminio

Riserva naturale fiume Irminio

La Riserva Naturale Speciale Biologica “Macchia foresta del fiume Irminio”, fu istituita nel Giugno 1985 al fine "di salvaguardare la biocenosi della zona costiera, la dinamica della vegetazione delle rarissime espressioni di Macchia foresta, nonché l’ecosistema del fiume Irminio”.
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La riserva naturale ha una estensione di 130 ettari e fa parte dei territori comunali di Ragusa e Scicli. La sua area è suddivisa in area di riserva A che è l'area di maggiore interesse paesaggistico dove il suo ecosistema è conservato in tutta la sua integrità e l'area di pre-riserva B che circonda la zona A e che funge da area di protezione.
L’Irminio è un fiume che sfocia nel Mar Mediterraneo ed è il più lungo fiume della provincia di Ragusa. Nasce alle falde del Monte Lauro, antico vulcano oramai inattivo.
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La Flora presente nella riserva: la Salsola, la Calcatreppola marittima, Ravastrello comune e il Giglio di mare, Ginepro coccolone, Efedra fragile, Lentisco di notevoli dimensioni e la Spina santa insulare, Thè siciliano, l’Asparago, la Brionia, l’Artemisa, Fiordaliso delle spiagge e l'Ononide. Vicino al fiume la Cannuccia di palude, il Giunco pungente, le Tamerici. Lungo il fiume sono presenti alberi di Salice, Pioppo, Palma nana e Timo arbustivo. Specie esotiche ed infestanti come il Tabacco bianco, Eucaliptus, Agave, sono presenti in aree che in passato erano coltivate.
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La fauna comprende varie specie di uccelli migratori che transitano per riposarsi e rifocillarsi, provenienti soprattutto dall’Africa. Tra le varie specie di uccelli troviamo: il Martin pescatore, l'Airone cinerino, il Cormorano, la Garzetta, la Marzaiola, la Gallinella d'acqua, la Folaga, il Cavaliere d'Italia, l'Upupa, il Gruccione, la ballerina gialla, la ballerina bianca, la Poiana, il Falco di palude. Presenti anche rettili, quale il Colubro leopardino, il Biacco, la biscia d’acqua, il Ramarro  e anfibi quale la Rana verde e il Rospo. Volpe, Coniglio, Donnola e Martora tra i mammiferi. Ignoti hanno introdotto esemplari di Nutria e Cinghiali non coscienti dei danni ambientali.